I Quartieri dell’Innovazione è una chiamata alla creatività e all’innovazione che invita a mettere in campo le energie della città di Napoli per attivare nuovi processi di coesione e inclusione sociale. Come A.C.Q.U.A. sono diversi i progetti finanziati a Napoli est nell’ambito del PON Metro Napoli “Spazi di Innovazione Sociale”. Tra questi c’è quello del Macadam. Abbiamo chiesto a Roberta Ferraro di raccontarcelo.
Come nasce l’esperienza di Macadam e come è stata accolta dal territorio di Napoli Est?
«L’esperienza Macadam nasce da una collaborazione di due realtà itineranti, Bus Theater e Casabar, e dalla doppia necessità da un lato di creare un luogo di attrazione culturale nella nostra periferia e dall’altro dare una continuità ai nostri progetti sul territorio.
La scelta di una ex officina meccanica in un’area industriale ormai in disuso a San Giovanni a Teduccio – nella periferia est di Napoli – è stata totalmente congeniale al nostro scopo e sin dall’apertura l’impatto sulla popolazione del quartiere, specie sui giovani è stato forte.
Questo ha portato oltre alla novità di uno spazio culturale “diverso” ed aperto che ha costruito nel tempo un legame di fiducia tra i ragazzi e le ragazze del quartiere con noi e il nostro spazio.
Ovviamente le difficoltà iniziali ci sono state, specie nell’ambito organizzativo e nella gestione degli spazi, ma come tutti i bei viaggi si fanno delle modifiche alle scelte durante il percorso».
Siete anche un polo attrattivo di arte e cultura per il resto della città e non solo: quali iniziative portate avanti e come si potrebbero valorizzare ancor di più?
«Le nostre attività sono variegate ma tutte con lo scopo di proporre un punto di vista diverso sull’arte e sulla cultura.
Spettacoli teatrali, musica dal vivo, rassegne cinematografiche, performance artistiche, laboratori sono solo parte della proposta del Macadam che, all’occorrenza, diventa anche luogo per incontri culturali e progetti di scambio europei.
Essendo una realtà piccola ed autofinanziata l’accesso a fondi e a spazi più grandi ci permetterebbe di valorizzare al meglio il nostro lavoro, le nostre competenze e i nostri talenti».
Il vostro progetto è entrato nella sperimentazione dei Quartieri dell’Innovazione. Quali fasce d’età interessa, con quali obiettivi e ripercussioni sul territorio?
«Il nostro progetto interessa trasversalmente tutte le fasce di età come amiamo dire ci riferiamo ai bambini e alle bambine di tutte le età, dagli 0 ai 120 anni. Abbiamo l’obiettivo di rivalorizzare i territori e di portare benessere, benessere sociale, ambientale, personale ed anche economico con lo strumento dell’Arte e della Cultura».
È notizia recente che il Contratto Istituzionale di Sviluppo ‘Vesuvio-Pompei-Napoli’ interesserà anche la zona Est di Napoli, con interventi di riqualificazione e con investimenti sulle direttive cultura, turismo, sociale e rigenerazione urbana. Secondo la sua esperienza di settore, come si dovrebbe intervenire nei quartieri della periferia orientale e su cosa andrebbero concentrati gli investimenti?
«Crediamo si debba agire sulla riqualificazione urbana degli spazi e sugli investimenti nei poli culturali in genere, la periferia orientale di Napoli è un fermento di idee e qualità artistica che non ha il giusto “spazio” per esplodere».
Federica Colucci